Mi sono accorto di una cosa, quest'oggi. Stavo
leggendo un libro - e no, non cederò a rivelare il titolo di questo libro,
perché è una di quelle cose che si confidano al diario, a un amico speciale al
massimo - e mentre leggevo il sole caldo mi scaldava i piedi: in montagna fa
freddo se stai fermo al chiuso, in una casetta un po' troppo umida ma che è la
stessa da vent'anni e non riesci proprio ad abbandonarla per una in una
posizione migliore, meno incassata nella montagna. Allora quando il freddo
diventa vero e proprio fastidio, e ti innervosisce non riuscire a scaldarti
neanche con del tè o una pesante coperta di lana, beh, non puoi fare altro che
metterti sul balcone e aspettare. Io
faccio da tanto tempo così: metto la mia seggiola proprio sulla porta, a metà
tra il dentro e il fuori, così ho la testa all'ombra e il libro non viene "bruciato" dal
sole, ma i piedi stanno là, a prendersi i caldi raggi solari. Lì - devo
ammetterlo - è proprio una bella sensazione, un lieto vivere che mi fa pensare
che in paradiso ci si senta così, come quando i piedi gelidi iniziano a
scaldarsi: è come vedere un cubetto di ghiaccio sciogliersi nelle calze, ma non
lo vedi, lo senti e quel sentirlo nel tuo corpo, in qualche modo, è proprio
come vederlo, è come immaginarselo in una maniera poetica, ma non te lo stai
immaginando!!
Dicevo, comunque, che in questa condizione - piedi
al sole e testa all'ombra, con in mano un libro - ho scoperto una cosa, mi sono
accorto di qualcosa. Descrivo sempre le stesse cose. O meglio: c'è sempre il
sole, sempre fa caldo e sempre la natura fa casino, cioè è rigogliosa, non
viva, ma stra-viva. Sempre sempre sempre! Non capita mai che il paesaggio si
riduca a un po' di inverno gelido e basta.
"Ma che assurdità! Ma non è assolutamentissimamente
vero!" Mi ha risposto una voce dentro, quella parte logica e razionale che
ancora sopravvive e che, ogni tanto, riesce a farsi sentire tra le grida
dell'insensatezza. Peccato che la mia parte non troppo raziocinante abbia zittito
quest'altra dicendo: "Taci: usi sempre anche la parola assurda
'assolutamentissimamente'! Taci!".
Sì, è proprio vero: ricado così spesso nelle mie
solite dinamiche, in quelle poche cose che conosco e che mi pare non mi
stanchino mai. Mi va così poco di vedere un bel cielo autunnale, con quel sole
strano, quasi assente, che brilla lontano sugli alberi via via più impauriti?
Non capita mai di desiderare un giardino in primavera, quando senti il marcio
dell'inverno che riscopre cosa significa battere di vita, avere un cuore
pulsante? è strano davvero. E poi
quell'avverbio folle! Assolutamentissimamente. Che diavolo potrebbe voler dire?
Sì, adesso che ci penso non so neanche perché mi piaccia così tanto. Perché
riempie la bocca, forse. Mi è sempre piaciuto riempirmi la bocca di baggianate.
Ritorno sempre lì, a quel paesaggio d'estate,
quando il sole è caldo e dà fastidio agli occhi - ai miei moltissimo! Ritorno
sempre a quel caldo soffocante, anche quando viene mitigato da una leggera
brezza, anche quando è soltanto afa e non più calore, quando è umidità
pesante o brucianti raggi di sole
assassini.
Anche adesso: soltanto su un balcone, con i piedi
al sole d'estate, mi sono accorto di questo. Al sole. I miei piedi. Quante
volte parlo dei miei piedi? Moltissime volte anche questo!
"Ma cosa dici? Saranno due volte che tiri in
ballo i piedi!!"
Ah. Stavolta cosa rispondi, parte irrazionale, un
po' folle? "Eh.. niente" Oh, che meraviglia: sta zitta per una volta!
Ma perché adesso ho tirato in ballo anche i piedi? Ah, già, stavo dicendo di
quando mi sono accorto di essere un nastro inceppato, un disco che ritorna
sempre sulla solita traccia, un'unica canzone che si ripete in loop per ore e
ore senza mai fare una pausa. Anche questa è una cosa che mi ha sempre, per
così dire, caratterizzato. Un po' un marchio di fabbrica, la mia Z di Zorro! Di
solito prendo una canzone e via, la ascolto e la riascolto per ore e ore,
giorni e giorni, finché non ne ho la nausea, finché non ricordo ogni minima
nota, ogni respiro. Un po' ossessivo.. Ma la mia vera ossessione sono i piedi!
Uh, sì, i piedi! Non che io sia un feticista, uno di quelli che si eccita
quando vede, tocca, o addirittura lecca dei piedi, no! Io ho un unico tallone
d'Achille, e quel tallone sono i miei piedi! Ironia? No, neanche un po': sono
la parte più delicata di tutto il mio corpo, quella parte di me che mi
preoccupa, cui penso, ogni tanto. è
sicuramente colpa del dolore, delle fitte che mi vengono spesso ai lati e a
volte sotto, sulla pianta. Sì, è così, ma anche se non fosse così, il motivo
non mi importa: i miei piedi sono importanti.
Ma come diavolo parlo?! Come faccio a spiegarmi?
Soprattutto, adesso che ho parlato come un pazzo furioso, come posso chiarire,
con un po' più di senno, quello che volevo dire? Non lo so davvero. Beh, la
frittata è fatta e non c'è molto altro da dire, se non che, che il mondo lo
capisca o meno, io ai miei piedi tengo tanto, tantissimo. E ciò è
assolutamentissimamente vero! Ah, caspita, di nuovo!! "Ritorni sempre
sulle solite cose, sempre a ripetere le solite baggianate insensate e senza
interesse alcuno per nessuno, probabilmente neppure per te!"
No, no questo no, mia cara parte folle di me: dei
miei piedi, almeno di questo, mi interessa eccome, mi interessa
assolutamentissimamente.